«C’ero nel 2015, seguendo l’intuizione che ebbero Silvio Berlusconi e Antonio Martino sull’importanza di un’associazione politica come quella dei Repubblicani, ma ci sono anche adesso, a otto anni dalla fondazione, perché credo che i discorsi portati avanti da Marco Reguzzoni siano ancora espressione indispensabile dei bisogni del nostro territorio, della nostra nazione e della nostra Europa». Gigi Farioli è componente del direttivo fin dagli inizi e ha rinnovato l’adesione anche in questa fase di rilancio dell’iniziativa.
La sua partecipazione risale dunque ai tempi in cui era sindaco di Busto Arsizio per Forza Italia, partito di cui in precedenza era stato anche capogruppo in Regione Lombardia. In anni recenti il suo percorso ha avuto altri approdi («senza mai cambiare i miei valori di riferimento», precisa) portandolo a esplorare le proposte del cosiddetto Terzo Polo.
«Ma in nome della mia coerenza – ha spiegato alla platea riunita all’Hilton di Solbiate Olona per l’incontro pubblico “Inno alla gioia” – continuo a ritenere valido questo progetto e i principi sui quali si fonda. Infatti, come dice Reguzzoni, l’Europa che vogliamo non è l’Unione Europea che abbiamo visto in azione in questi anni e neppure la BCE, bensì uno spazio da animare con la buona politica perché è lì che si gioca la partita, non su Twitter».
La sua riflessione è poi proseguita così: «Oggi, purtroppo, il segreto per fare strada in politica è fare finta di essere antipolitico. Invece i Repubblicani sottolineano come ci sia assolutamente bisogno di buoni politici, animati da competenza e passione. Oggi è anche facile dire che bisogna uscire dall’Europa se si vuole raccattare consenso, ma il disimpegno non porta a nulla, se non ad altri guai. Serve invece continuare ad essere liberali fino in fondo, determinati a lottare per creare un sistema di regole che tuteli la libera impresa».
Per spiegare la propria visione, Farioli ha giocato sul termine MEGA, dal nome del sito di informazione repubblicano: «Più che vederlo come l’acronimo di Make Europe Great Again, che offre un suono trumpiano, mi piace sentirne la derivazione dal greco antico: cioè Mega in quanto grande. Infatti, per guardare al futuro occorre pensare e sognare in grande, partendo però dalla cura del dettaglio». Un richiamo, questo, alla dimensione europea del progetto dei Repubblicani che resta però ancorato a un federalismo incentrato sui Comuni.
Farioli, dicendosi «disponibile a mettermi in gioco sui contenuti e sui sogni», ha così ribadito che, «come dicevano i filosofi, c’è qualcosa che deve essere eterno, vale a dire i valori e i principi, ma c’è anche qualcosa che deve sempre cambiare, ovvero la capacità di rispondere alle mutate condizioni del mondo».