L’inflazione spedisce in un anno 500mila persone nella povertà assoluta. Spesso sono famiglie straniere

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La povertà aumenta. E sono spesso le famiglie straniere a collocarsi nella fascia di maggiore indigenza, secondo gli ultimi dati Istat. Il report complessivo riferito al 2022, pubblicato proprio in questi giorni, indica come in Italia siano salite a quota 2,18 milioni le famiglie in condizione di povertà assoluta, passando dal 7,7% dell’anno prima all’8,3% della popolazione, riguardando quindi 5,6 milioni di individui.

Tutti gli osservatori non hanno dubbi nell’individuare l’origine del fenomeno: la principale causa di questa situazione è infatti legata alla fortissima accelerazione dell’inflazione, perché gli incrementi registrati nei costi energetici non hanno fatto altro che scaricarsi non solo sulle bollette, ma anche sul prezzo dei prodotti di largo consumo. E il monopolio rappresentato dalle poche realtà che determinano i prezzi nel settore chiave del rifornimento energetico ha messo in ginocchio un’ampia fetta di cittadini. Basti sapere che, nel periodo preso in esame, l’inflazione ha comportato un aumento medio dell’8,7% sul portafoglio dei residenti, ma che tale quota è salita al 12,1% nel paniere dei meno abbienti.

I dati Istat riferiscono poi come la presenza straniera vada a rappresentare in maniera importante la fascia più povera della popolazione, creando sacche di emarginazione e di bisogno, che pesano sui conti sociali e da cui attinge con maggiore facilità la criminalità organizzata. Non sono insomma soprattutto i ricchi a scegliere di trasferirsi in Italia.

Non a caso, se utilizza la presenza di almeno un cittadino straniero nel nucleo famigliare quale elemento di analisi, il risultato è che la percentuale di povertà assoluta sale al 28,9% (praticamente tre famiglie straniere su dieci sono in uno stato di difficoltà estrema) mentre i nuclei completamente italiani rappresentano il 6,4% degli indigenti, con una proporzione di uno a quattro.

Come sempre, nei periodi come questi ciò che si evidenzia è la forbice che s’allarga fra chi possiede risorse e chi no. Tant’è che, sebbene i poveri assoluti siano considerevolmente aumentati di circa 500mila unità, la cosiddetta incidenza di povertà relativa è rimasta invariata all’11%, come a dire che non è cresciuto il quantitativo di famiglie che rischiano di sprofondare nel baratro.

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