Malpensa e Fiumicino senza volo diretto. Andrea Pellicini (FdI): «Un’assenza che mortifica i sacrifici di un territorio»

Foto tratta dal profilo Facebook di Andrea Pellicini e da Pexels

Da tre anni è impossibile prendere un aereo a Malpensa per atterrare a Roma Fiumicino. E viceversa.

La cancellazione provvisoria della tratta, avvenuta nell’ottobre del 2020 in seguito alle limitazioni legate al Covid, è diventata permanente. Né la situazione dovrebbe cambiare a breve, come ha spiegato in commissione Trasporti il sottosegretario Tullio Ferrante, sottolineando che le scelte dipendono esclusivamente dai vettori.

Per tutti i cittadini che abitano a Nord e ad ovest di Milano, ma anche per chi arriva dal Novarese e dal vasto territorio che fa riferimento allo scalo della brughiera, le alternative sono due e scomode.

«Anche io, che per l’incarico politico che ricopro devo raggiungere la Capitale ogni settimana, non posso far altro che scegliere se utilizzare i treni, con i tempi dilatati che ciò comporta, oppure se sorbirmi il traffico e raggiungere Linate, dove i voli ci sono», spiega Andrea Pellicini, deputato di Fratelli d’Italia, che già nel mese di aprile presentò un’interrogazione al ministero dei Trasporti, cioè a Matteo Salvini, per chiedere di pressare le compagnie aeree per introdurre nuovamente la tratta.

«Questa non deve passare come una pretesa di comodità – evidenzia Pellicini – ma come una logica richiesta di attenzione per collegare i due principali aeroporti italiani. Giustamente dal governo ci hanno fatto sapere che certe decisioni sono esclusiva competenza dei vettori, ma io non smetto di evidenziare quello che ritengo un errore gravissimo. Oltretutto l’utenza non mancherebbe, visto che prima della pandemia tutto funzionava perfettamente e che si tratta soprattutto di manager o professionisti obbligati a raggiungere Roma per lavoro, quindi anche disposti a spendere qualcosa di più in cambio di un servizio efficiente. Oppure parliamo dei turisti che sbarcano a Malpensa».

L’onorevole di FdI, insomma, ci tiene a rimarcare il problema: «Sono contento che per Giorgia Meloni e la sua maggioranza l’hub di Malpensa rappresenti una grande risorsa da valorizzare, anzi da mettere sempre più al centro del sistema trasporti, come hanno confermato in commissione al mio collega Umberto Maerna. Mi auguro però che questa sensibilità serva a far cambiare idea sul diretto Malpensa-Fiumicino a chi deve operativamente decidere quali voli introdurre».

I concetti espressi nell’interrogazione di aprile restano dunque validi: «La riapertura del Terminal 2 dimostra la salute degli aeroporti milanesi e il positivo risveglio, dopo il Covid, del settore del turismo. In più quella che ruota intorno all’hub è una tra le più importanti aree produttive a livello nazionale e merita il dovuto riconoscimento anche in termini di servizi e di collegamenti con la Capitale. I cittadini hanno diritto di beneficiare dei vantaggi dello scalo internazionale, oltre a doverne subire i pregiudizi in termini di rumore e di inquinamento».

Per questo, ribadisce Andrea Pellicini, «appare incomprensibile una strategia dei trasporti che di fatto rinuncia a collegare i due aeroporti italiani più importanti per dimensioni e traffico».

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