Carmen Galli: «A 80 anni e dopo 17 da sindaco resto curiosa. Chi vuol fare politica non deve mai illudersi di sapere già tutto»

Carmen Colombo Galli all’assemblea dei Repubblicani accanto all’ex collega sindaco Gigi Farioli

Carmen Colombo Galli, per 17 anni sindaco di San Vittore Olona, una vita trascorsa a costruire progetti sociali, una Rosa Camuna in bacheca, la nomina a cavaliere e ufficiale al merito della Repubblica. Quando ha intenzione di fermarsi?

«Mai. Anche se ho compiuto 80 anni, la forza e la curiosità non mancano. Ho ancora tanta voglia di fare e imparare. Ecco, proprio la formazione è l’aspetto più importante da non trascurare mai».

Lei ha presenziato al primo evento dei Repubblicani. Come mai?

«Ho saputo che avevano organizzato questa presentazione e, visto che mi piace conoscere e scoprire, mi sono detta: perché non andare? Conoscevo Marco Reguzzoni solo dai giornali e dalla televisione, ero certa che avrei trovato spunti interessanti e così è stato. Il più rilevante è la scuola di politica che intende lanciare».

Giovedì 30 novembre, a Palazzo delle Stelline di Milano, l’associazione presenterà i suoi corsi formativi con i manager Carlo Lucchina e Beppe Bonomi quali docenti-testimonial? Crede sia la strada giusta?

«Più che quella giusta, è l’unica via possibile per risollevare il Paese. Purtroppo, vedo troppe persone che non hanno basi e cultura per occupare certi ruoli. Magari possiedono entusiasmo, ma serve preparazione. L’amministrazione non è qualcosa che si improvvisa, nessuno nasce politico, serve il sacrificio per essere all’altezza della situazione».

Lei che gavetta ha fatto prima di arrivare a occupare ruoli istituzionali?

«Tanta e lunga, non come adesso in cui tutti si sentono premier quando parlano. Di professione facevo l’insegnante, per passione scrivevo sui giornali locali, per vocazione iniziai ad occuparmi di volontariato, in particolare creando a Parabiago un ambiente per i disabili. Per me già essere fra la gente a cercare di rispondere ai bisogni era fare la vera politica. Però frequentavo personalità e iniziative che potessero insegnarmi qualcosa».

Poi arrivò l’impegno diretto in un Comune?

«Sì, durante una crisi di giunta a San Vittore Olona, mi chiesero se avessi voglia di provarci. Feci per un paio d’anni l’assessore, cominciando a capire come funzionava la macchina amministrativa. Finché, nel 1987, non arrivò il mio turno di candidarmi a sindaco».

Era pronta?

«Avevo studiato tanto, dire che fossi pronta non lo so. Ma non smisi di formarmi. La fortuna fu avere al mio fianco il dottor Bottini, un segretario comunale eccezionale che mi ha presa per mano e guidata nei meandri delle procedure. Anche se allora non andava di moda, sono stata la prima a fare una giunta civica. Sceglievo le persone che ritenevo giuste per i ruoli non secondo le appartenenze partitiche, ma in base a tre fattori: la passione nel mettersi al servizio, la base culturale e l’umiltà di imparare».

È stata una bella avventura?

«Stupenda: sono stata sindaco per 17 anni, vincendo quattro elezioni di fila. Finito l’ultimo mandato nel 2004, mi sono fermata per assistere mio marito. Quando è mancato, ho deciso di dedicare tutta me stessa ai più deboli. Fui tentata di trasferirmi in una missione in Perù, ma poi gli amici mi fecero capire che potevo fare tanto anche qui».

Non se n’è pentita?

«Per nulla. Nel mio percorso ho conosciuto il senatore Mario Mantovani ed è stata la scintilla per realizzare una casa famiglia proprio a San Vittore Olona con la Fondazione Mantovani. Ne sono stata responsabile dal 2005 al 2021 ed è stata un’altra pagina speciale».

Lei nel febbraio del 2022 è stata vittima di un gravissimo incidente stradale. Si è però ripresa alla grande e, nel maggio scorso, Regione Lombardia con Attilio Fontana le ha assegnato la Rosa Camuna. Che altro sogna ancora?

«So di essere una miracolata e, per questo, non posso sprecare neanche un minuto del tempo che mi è stato concesso. Oggi ho voglia di progettare, in fondo ho solo 80 anni e almeno fino a cento desidero dire la mia, aiutando a crescere le tante famiglie speciali di cui faccio parte. Come la Castoro Sport, società sportiva per disabili di cui sono orgogliosa».

E la politica?

«Beh, dal mio punto di vista non ho mai smesso di farla, praticandola nel quotidiano. In ogni caso, mi piace osservare quello che avviene. Per questo sono andata all’assemblea dei Repubblicani a scoprire chi fossero davvero o cosa volessero realizzare. Mi sono piaciuti, ammiro che scommettano concretamente sulla formazione. Qualche corso ho intenzione di frequentarlo. Ho troppa voglia di imparare da chi può trasmettermi qualcosa di utile».

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