Cinque governatori e tanti sindaci vicini al limite dei due mandati: ecco perché cresce la voglia di cambiare la regola

I governatori Vincenzo De Luca, Giovanni Toti, Luca Zaia, Stefano Bonaccini e Michele Emiliano raggiungeranno il limite di mandati nel 2025

Perché la discussione sull’eliminazione del limite di due mandati per sindaci e governatori è così calda? La risposta è semplice: perché nel 2024 – ma ancor più nel 2025 – senza modifiche di legge, molti primi cittadini e presidenti di Regione che godono di alta popolarità e prevedibile consenso, non saranno più ricandidabili.

Sono sette le Regioni amministrate da politici già ricandidati e ben cinque andranno al voto fra un anno e mezzo. Si tratta del Veneto guidato dal leghista Luca Zaia (lui è in verità già al terzo giro, perché la norma entrò in vigore dopo che era già stato eletto la prima volta), della Liguria di Giovanni Toti e di tre realtà a conduzione Pd, vale a dire Emilia-Romagna (Stefano Bonaccini), Puglia (Michele Emiliano) e Campania (Vincenzo De Luca). Più avanti – esattamente nel 2028 – anche i leghisti Attilio Fontana (Lombardia) e Massimiliano Fedriga (Friuli-Venezia Giulia) dovrebbero fare i conti con la stessa norma se volessero riproporsi.

Insomma, la situazione riguarda a breve e direttamente partiti di entrambi gli schieramenti politici ed è per questo che l’argomento sta conquistando attenzioni (ma anche adesioni) bipartisan, con lo stesso ministro Giancarlo Giorgetti a spiegare che il governo è al lavoro sul tema. Oltretutto bisogna anche considerare il guazzabuglio normativo esistente, con realtà quali Campania, Puglia e Liguria che non hanno inserito alcun limite nel loro regolamento regionale ma dovrebbero comunque rifarsi alle leggi dello Stato, aprendo l’orizzonte a un vuoto normativo che sarebbe foriero di tanti ricorsi da parte degli avversari. Per dire di quanto il pasticcio sia reale, si sappia che De Luca ha già detto che si ricandiderà, certo di poter prevalere giuridicamente davanti a un contenzioso.

In questo ragionamento, va poi considerata anche la parte relativa ai municipi, con ANCI, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, che ha già fatto sapere come ritenga importante dare continuità al lavoro amministrativo (sempre che gli elettori lo vogliano, ovviamente) nel periodo cruciale di spesa dei soldi del Pnnr, battendosi per l’eliminazione del limite dei due mandati. A proposito di sindaci, ben il 43% dei reggenti italiani è oggi al secondo mandato e cinque di loro guidano aree metropolitane. Ad andare a scadenza l’anno prossimo sono Dario Nardella (Firenze) e Antonio Decaro (Bari). Ma la questione interesserebbe nel 2026 anche Beppe Sala a Milano.

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