Gigi Farioli: «Il limite di due mandati per i sindaci va tolto, ma serve ridare centralità ai Comuni»

Ferve il dibattito sull’opportunità di togliere il limite di due mandati per sindaci e governatori. Gigi Farioli, già primo cittadino di Busto Arsizio per dieci anni (dal 2006 al 2016), lei cosa ne pensa?

«Penso che fare il sindaco sia stata l’esperienza più bella ed entusiasmante della mia carriera politica. Penso che oggi servano molto le riforme, ma quelle vere e ragionate, che ripartano dalla centralità dei Comuni. Penso quindi che il limite di mandati nelle città oltre i 5mila abitanti non sia il vero problema e che comunque non abbia più senso di esistere».

In passato, invece, lo aveva?

«Diciamo che in un periodo storico in cui i partiti erano forti, i legislatori cercarono di mettere un freno al rischio che in certe situazioni si creasse una monarchia surrettizia. Già allora non ero convinto che servisse, ma ne comprendevo la ratio. Oggi è cambiato lo scenario e questa regola – che nelle Regioni è peraltro applicata a macchia di leopardo – non ha più senso».

Cosa suggerisce di fare?

«La cosa importante è valorizzare i municipi, dando loro più poteri, più risorse e più responsabilità nella consapevolezza che gli enti locali restano i sistemi istituzionali più efficienti esistenti. Se si lavora in questo senso, ogni sindaco – che duri un giorno o cent’anni – avrà più possibilità di essere utile ai suoi cittadini».

Togliere il limite dei due mandati, non rischia però di creare un effetto assuefazione e di spegnere l’azione amministrativa?

«No, è invece vero il contrario. Intanto perché l’esperienza aiuta sempre. E poi questo tetto, oltre a limitare i diritti di rappresentanza, rischia lui stesso di condizionare il secondo mandato. Talvolta si può avere l’impressione che il sindaco rieletto, non avendo più prospettiva di una continuità amministrativa, abbia meno entusiasmo e generi una minore spinta programmatica».

Quindi lei è per togliere ogni limite?

«Sì, perché in politica, come nella vita, è sempre auspicabile poter agire come se tutto durasse un giorno ma poter progettare come se tutto fosse eterno».

Articoli correlati

IN QUESTO ARTICOLO

Resta aggiornato!

Iscriviti alla newsletter