Agevolazioni fiscali e migliori servizi di welfare: gli italiani all’estero stanno benissimo

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Chi se ne va guadagna e vive meglio. Il Rapporto italiani nel mondo, pubblicato pochi giorni fa dall’Associazione Migrantes, ne è la prova.

Nel Belpaese, il mercato del lavoro continua a non vivere un buon momento. Mentre il 69% dei danesi, il 52% dei tedeschi e il 40% degli inglesi pensano che sia un periodo favorevole per cambiare lavoro, gli italiani che vivono e lavorano nel loro Paese si dichiarano «inchiodati al loro destino professionale», «meno coinvolti, stressati e più tristi di tutti gli altri europei» e «privi di scelta lavorativa, sicuramente rassegnati al loro destino».

Queste condizioni infelici crescono soprattutto tra i ragazzi; l’Italia che risiede all’estero, secondo il report, ha un’età sempre più tenera per questo motivo. Crescono le classi di età centrali costituite da giovani, giovani adulti e adulti maturi: oltre 1,3 milioni ha tra i 35 e i 49 anni; più di 1,2 milioni invece ha tra i 18 e i 34 anni. Numeri importanti se si considera che, al primo gennaio, gli italiani residenti all’estero non arrivano a sei milioni. Una vera e propria nazione giovane fuori dalla nazione. E quasi tutti si spostano in Europa, dove gli stipendi sono più alti e i servizi migliori.

Tra le cause principali del mancato rimpatrio dei trentenni italiani, ci sono le agevolazioni fiscali e i servizi legati al welfare, vantaggi che l’Italia non è in grado di garantire. O comunque, non come la Germania, l’Austria e gli altri paesi in cui i nostri giovani trovano spazio e futuro.

Occorrono misure serie per agevolare le famiglie e i lavoratori, altrimenti saremo sempre più costretti a fare le valigie.

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