Più di una provocazione. Bensì una proposta concreta, da portare avanti con decisione. Tant’è che l’idea di Marco Reguzzoni – presidente dei Repubblicani – di lavorare a «una vera fusione di Busto Arsizio con Gallarate, come fecero Buda e Pest che diedero vita a una delle più importanti città europee», sta scatenando il dibattito.
Il giornale La Prealpina, che ha ospitato la lettera aperta di Reguzzoni, ha interpellato le massime cariche del territorio coinvolte nel progetto per sapere cosa ne pensino. Un reportage, in edicola nell’edizione di domenica 19 novembre 2023, che allarga la prospettiva e porta attenzione su un’idea rivoluzionaria.
Marco Magrini, presidente della Provincia di Varese, sulle colonne del quotidiano provinciale parla di «un missile lanciato dentro il dibattito politico», ammettendo «l’esistenza di omogeneità tra le realtà del sud della provincia, mentre Busto e Gallarate sono già vicine ad essere un tutt’uno per l’espansione urbanistica dei vari territori». Poi, ovviamente, «dovrebbero essere i cittadini ad esprimersi».
Parola anche ai due sindaci. Per il bustocco Emanuele Antonelli, «da commercialista, a livello prettamente economico, posso essere d’accordo che ci sarebbero benefici da una fusione. Ma da sindaco, che si confronta con la gente, la vedo impossibile». Il gallaratese Andrea Cassani indica invece come «più sensata l’unione di servizi fra piccoli e medi comuni, mentre Busto e Gallarate sono già a loro modo policentrici».
Una discussione appena iniziata e stimolante, che non vuole però restare fine a se stessa. Come ha spiegato Reguzzoni nella sua lettera aperta, «divisi siamo deboli, uniti invincibili» e la strada tracciata dai Repubblicani è «animare il confronto per arrivare all’indizione di un referendum, come previsto dalla norma». Il lavoro, insomma, è appena iniziato. E anche un ex sindaco di peso, come il bustocco Gigi Farioli, chiede a gran voce di non rinunciare a discutere di questa opportunità visionaria.