La serata repubblicana alle Stelline di Milano è stata un vortice di idee illuminanti. Il discorso finale di Andrea Mascetti, in particolare, ha messo d’accordo tutti i presenti, che hanno risposto con un lungo applauso e si sono trovati in linea con almeno uno dei pensieri espressi dall’avvocato e presidente di Finlombarda Spa, nonché componente del direttivo dell’Associazione politica I Repubblicani.
«La mia storia con Marco Reguzzoni non inizia ieri. Ci conosciamo da una vita e abbiamo sempre avuto posizioni differenti su tante questioni. Tuttavia, su una cosa ci siamo sempre trovati d’accordo.
Parlo della crisi dello Stato giacobino, quello che abbiamo conosciuto a partire dalla Rivoluzione francese. È un modello che non esiste più. Lo Stato centrale è diventato una macchina inefficace, guidata da una classe burocratica e politica inadeguata ad affrontare le sfide che un Occidente in rapido declino si trova a fronteggiare.
Parlando invece della questione migranti, mi sono accorto che anche Marco, come me, svolge considerazioni originali rispetto a quanto si sente gridato su televisioni e giornali. Crediamo entrambi che le trasformazioni demografiche possano avere un effetto catastrofico in tutta Europa.
A partire dalla Francia, che è già diventata – per ragioni storiche – un’avanguardia delle contraddizioni che investiranno a breve tutti i nostri paesi.
Negarlo e nascondersi dietro la coltre del politicamente corretto non può che peggiorare la situazione. Lo hanno capito anche nella Linke, il partito di sinistra tedesco che si è spezzato in due. Pensate, addirittura una parte della sinistra si è accorta delle contraddizioni woke e green.
Attenzione, però; quando diciamo “green” il problema non è l’ambientalismo, battaglia sacrosanta che le culture conservatrici o rivoluzionario conservatrici dovrebbero fare loro, per istintiva adesione alla tutela della Madre Terra. La questione ruota più attorno alle modalità. Perché se leggessimo John Muir, l’ingegnere mistico che ha ideato i parchi nazionali in America, capiremmo che la battaglia è anche e soprattutto dei conservatori, al di là di quello che pensano gli ambientalisti da salotto.
E il progresso dell’intelligenza artificiale, invece? Vogliamo subirlo come abbiamo subito l’onda lunga dei cellulari che hanno cambiato le nostre vite? Invito me stesso e tutti voi a non farlo. Bisogna avvicinarsi in modo critico e originale alle innovazioni, senza farsi comandare dalla tecnologia che, ricordiamolo, non è un “divinità neutra” come qualcuno si illude.
Quasi non ce ne accorgiamo, ma il mondo è minacciato da forze inquietanti e incontrollabili – anche da parte dei loro stessi ideatori – che assumendo sembianze gradevoli e avvolgenti, entrano nelle nostre vite, nella nostra intimità, perfino nei nostri pensieri.
Se non ritroviamo uno spazio umano e un dialogo politico, se non riusciamo più a coltivare idee, perché qualcun altro lo fa al posto nostro, se smettiamo di indignarci quando ce n’è bisogno, allora è l’inizio della fine. È il modo migliore per lasciare il nostro futuro in mano a queste tendenze politiche e sociali, sempre più aggressive verso i principi del buon senso e della ragionevolezza.
Reguzzoni ha quindi pensato a un’Associazione per chi, come me, non ha voglia di rassegnarsi.
I Repubblicani sono un gruppo di uomini liberi che non intendono obbedire ai diktat dell’informazione manipolata e del politicamente corretto, e che credono ancora nella formazione culturale dell’uomo, nella sua capacità di pensare con la propria testa e in un’Europa dei Popoli che non sia la brutta copia degli stati centralisti classici.
Un’unione di forze per raggiungere, insieme, i tanti che vogliono partecipare alla vita sociale, politica e culturale con l’ardore che la Polis richiede.
Io non mi arrendo, e spero che non lo facciate nemmeno voi. Con la speranza e la convinzione di poter tornare a guardare le stelle, ma coi piedi ben piantati nella terra natia».