Leggere ci rende liberi e forti: ma servono i titoli giusti nell’oceano delle nuove uscite, dove gli algoritmi sono alligatori in agguato

Si leggono sempre meno giornali, soprattutto cartacei, perché gli italiani s’informano in rete (abbeverandosi, purtroppo, soprattutto dai social).

Tuttavia, il 2023 ha lasciato dati confortanti sul fronte della vendita di libri: il 74% delle persone ne ha letto almeno uno. Non un numero strepitoso, ma un segnale incoraggiante.

D’altronde proprio il destino dell’editoria si lega a filo doppio con un futuro più ragionato, dinamico e libero. Già, perché le pubblicazioni sono sinonimo sia di cultura che di libertà, consegnando alle persone gli strumenti per capire il mondo e provare a modellarlo.

In un contesto sempre più caratterizzato dagli algoritmi (che ci consegnano una finta sensazione di libertà, quando invece ci viene costantemente suggerito cosa fare e cosa comprare) e con l’intelligenza artificiale che scalpita nel costruire un universo finto e ideale, ecco che dentro una pagina di giornale o di un volume sono spesso custoditi pensieri e stimoli di qualità.

E’ un concetto essenziale, anche se non è semplice individuare le chicche migliori in un mondo affollato di nuove uscite, piegato alla semplificazione, propenso a premiare ciò che va di moda.

L’ultimo anno, comunque, s’è chiuso con il sorriso per le librerie.  Soprattutto i giovani si sono rimessi ad apprezzare la lettura. Il tempo medio settimanale dedicato a questa attività supera le 4 ore. Le vendite sono le stesse del 2022, con un indice di tenuta significativo dopo la pandemia, che ovviamente favoriva una ripresa delle vendite.

In Italia i titoli più letti del 2023 sono “Spare” (la biografia del principe Harry), “Dammi mille baci” (storia d’amore pensata per i giovanissimi) e “La portalettere” (romanzo d’esordio di Francesca Giannone).

Per trovare libri legati più all’attualità e alla politica, bisogna cercare al quinto posto “Il mondo al contrario” di Roberto Vannacci, sintomo che le mode sono comunque decisive per fare le fortune di un prodotto editoriale, anche se di fattura scadente.

In questo momento sui portali online domina fortunatamente Nicola Porro, con “Gli altarini della sinistra”, mentre sta per scalare le classifiche “Palla al centro” di Matteo Renzi.

Sotto la superficie, c’è però un mondo di produzioni letterarie interessanti, originali e profonde, tutte da scoprire. Il punto è riuscire a farsi largo fra gli alligatori che infestano le acque della pubblicità editoriale e che tendono a proporre sempre le stesse e banali cose.

Ma l’obiettivo della libertà vale senz’altro un po’ di fatica nella ricerca delle perle nascoste.

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