Gianni Fava è stato per tre legislature – dal 2006 al 2013 – deputato della Lega Nord, dopo aver fatto il sindaco di Pomponesco, in provincia di Mantova (1993-2002) e prima di dirigere l’assessorato lombardo all’Agricoltura (2013/17) nella giunta di Roberto Maroni. Professionista in ambito ambientale, manager e dirigente sportivo, Fava non ha più ruoli attivi in politica ma continua ad essere osservatore attento delle novità che si affacciano sulla scena. Di seguito la sua riflessione sulla ripartenza dell’Associazione I Repubblicani.
«Ho letto dell’iniziativa politica dei “Repubblicani” lanciata da Marco Reguzzoni che torna alla ribalta nel dibattito politico dopo oltre un decennio. Devo dire che conosco Marco da trent’anni (così come conosco bene i componenti del direttivo dell’associazione, Enzo Raisi, Andrea Mascetti ed Emanuele Monti) e, proprio perché lo conosco bene, ho pensato da subito che la sua non fosse una boutade.
Noi ci siamo spesso scontrati politicamente in passato, nonostante la nostra vecchia amicizia, ma lo abbiamo sempre fatto a viso aperto e usando tutte le armi di cui disponevamo. Questo potrebbe nel contesto al quale ci siamo abituati condizionare il mio giudizio, ma non succederà.
Pur lontanissimo a mia volta dalla politica attiva, ho pensato di consegnare a lui e ai suoi compagni di viaggio di questa nuova avventura, queste mie riflessioni non richieste. Che partono fondamentalmente da un’analisi dei contenuti scevra di personalismi e soggettività.
Mi limito quindi a riportare una frase che ho letto e che mi ha colpito sugli obiettivi del movimento che per loro stesse ammissione “vuole diffondere e perseguire i principi della tutela delle libertà individuali, dell’economia di mercato, del merito, della libera iniziativa economica e del federalismo, con l’obiettivo di favorire il dialogo tra le varie componenti politiche”. E qui mi sento di chiedere a tutti un caloroso applauso!
Un frasario evidentemente di altri tempi, che mi risveglia dal torpore politico della comunicazione di questo ultimo decennio. Temi e argomenti che sono musica per le mie orecchie e credo per i pochi (o tanti? Prima o poi lo scopriremo…) che non si sono rassegnati alla deriva statalista e centralista che ha permeato tutte le forze politiche presenti sullo scenario italico da destra a sinistra.
Con la fine politico-istituzionale della gloriosa Lega Nord dei primi decenni, argomenti di questo tipo non vengono più affrontati da nessuna forza istituzionale in modo serio e sembriamo tutti condannati a morire centralisti. Io non mi sono mai rassegnato a tutto ciò e semplicemente mi sono rifugiato nella massa maggioritaria del popolo del non voto.
Ma prima o poi mi piacerebbe tornare a votare e guardo con simpatia a chi si impegna per dare nuovo slancio ai contenuti semiabbandonati di cui sopra. A maggior ragione se, come leggo su un altro articolo, esistesse davvero qualcuno ancora in grado di parlare di Europa “intesa come unità di popoli e non come Unione solo burocratica e finanziaria”.
Tutti argomenti che hanno fatto parte della mia storia di liberale innamorato della causa settentrionale che per tutta la sua vita ha creduto nei principi fondanti della Lega Nord.
Niente da aggiungere. Mi sembra un esperimento interessante per misurare la possibilità di andare ad intercettare chi come me ha smesso di votare perché non ha trovato quelle idee nei programmi di nessun partito in questo sgangherato contesto socio-politico.
E chissà mai che un giorno i “Repubblicani” dicano con forza che serve meno Stato in un Paese dove tutti promettono il contrario. Forse sarà la volta buona che tornerò a votare, sul serio.
Nel mentre assistito con interesse al dibattito sul tema».
Gianni Fava