«La gestione sanitaria in Italia, tra ideali e contraddizioni»: la riflessione di Francesca Martini, già sottosegretario alla Salute e assessore regionale in Veneto

Francesca Martini, veronese, venne eletta in parlamento nel 2001, ricoprendo il ruolo di capogruppo della Lega Nord nella commissione Affari sociali della Camera. Nel 2007 divenne assessore alla Sanità della Regione Veneto. L’anno seguente il ritorno come deputata e il prestigioso incarico di sottosegretario alla Salute nel governo Berlusconi, dal 2009 al 2011. Negli anni seguenti si è sempre interessata di politica, seguendo lo sviluppo di diversi progetti sempre nell’ambito del centrodestra.

«Tema indubbiamente cruciale, interpretato sostanzialmente in modo molto soggettivo: un diritto (sanità gratuita per tutti o solo per i cittadini italiani?), una vocazione, un capitolo della spesa pubblica in costante sofferenza, un problema di gestione, un problema di organizzazione, una dicotomia divisiva tra sanità pubblica e sanità privata, per qualcuno anche un business.

Certo la sanità può essere un po’ tutto questo. Innegabilmente si tratta di un tema o, meglio, di un servizio profondamente collegato ad una realtà multifattoriale.

Non da ultimo l’allungamento della vita umana, l’aumento di patologie croniche e invalidanti, i flussi migratori più o meno incontrollati, l’aumento della necessità di servizi ad alta specializzazione e di farmaci innovativi ad alto costo e in alcuni casi personalizzati.

Tutto questo è la sanità…ma anche molto altro. La figura fondamentale del medico, la sua formazione, l’incongruenza di un Paese che importa medici da Cuba e non si affretta a definire un cambio radicale nell’accesso alla facoltà di Medicina con un’apertura a tutti gli studenti, senz’altro definendo rigidi paletti rispetto al rendimento del primo anno e testando sul campo i risultati.

Risulta imprescindibile inoltre sottolineare che la sanità è materia di competenza regionale, vale a dire che ogni regione ha il diritto/dovere di impiegare la propria quota di riparto del Fondo Sanitario Nazionale per definire il proprio «modello» nel perimetro ben definito di erogazione dei L.E.A. (Livelli essenziali di assistenza) fissati a livello nazionale e, in teoria, ispirati alla più teorica che pratica omogeneità su tutto il territorio italiano.

Senza dubbio alcuno, la gestione sanitaria di una Regione rappresenta una sfida complessa, che si gioca su più livelli contemporaneamente e che deve tenere ben presente la molteplice graduazione dei bisogni e delle risposte necessarie.

Dalla medicina di famiglia, all’ambulatoriale, così come all’emergenza, all’ospedale, agli screening diagnostici su popolazione target, sino ai servizi vaccinali entrati così prepotentemente nell’agenda nazionale e regionale durante la recentissima grave pandemia che ha colpito il mondo Intero. Su tutte queste numerose sfide si gioca la possibilità di mantenere il carattere universalistico della sanità italiana».

Francesca Martini

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