La scelta è presa. Marco Reguzzoni, presidente dell’Associazione politica “I Repubblicani”, ha sciolto le riserve: l’8 e 9 giugno sarà candidato alle elezioni Europee, da indipendente, all’interno della lista Forza Italia-Noi Moderati-PPE.
Ad accogliere con entusiasmo la sua scelta sono arrivate le parole di Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia, felice di avere in lista «un uomo fortemente radicato sul territorio della Lombardia e del Nord-Ovest, che porterà avanti battaglie sentite da quella fetta strategica di Paese, a partire da una vera politica industriale. Noi dobbiamo mandare a Bruxelles persone preparate, dinamiche, che sappiamo incidere».
Reguzzoni – in una conferenza stampa organizzata nel cuore di Milano – ha spiegato che la sua missione sarà «realizzare un progetto politico che sia complessivo e metta al centro chi fa impresa e, più in generale, chi lavora».
Sede e data della presentazione non sono state casuali. Intanto il capoluogo lombardo: «Ho voluto Milano come luogo di partenza della mia campagna elettorale perché si tratta della capitale economica d’Italia, i cui interessi vanno rimessi al centro del dibattito, sui tavoli decisionali Europei».
Altro elemento chiave, la concomitanza con l’anniversario dei 40 anni di quella che fu la sua Lega: «Non mi sentirete mai attaccare un alleato di governo, né un movimento di cui fui uno dei primissimi ad avere la tessera. La realtà è che oggi la mia Lega Nord non esiste più, né esiste quel mondo in cui spiccava il cartello “più vicini all’Europa e più lontani da Roma”. Nella mia nuova sfida, semmai, porto avanti l’identico tentativo di dare risposte a un ceto medio che, specie al Nord, è sotto attacco. La difesa della gente che lavora è sempre stato il mio obiettivo, non ho mai tradito queste ragioni ed è lo stesso spirito che mi muove oggi».
Ma non solo: «Torno in politica – ha aggiunto il presidente dei Repubblicani – sapendo quello che mi aspetta, desideroso di portare avanti un progetto e una squadra che possa proseguire e crescere nel tempo, anche dopo queste elezioni».
L’appuntamento di Milano è servito anche per svelare la collaborazione elettorale con Letizia Moratti, anch’essa candidata, già sindaco di Milano e ministro, oggi presidente della consulta nazionale di Forza Italia. «Con Reguzzoni – ha spiegato lei in un videomessaggio – ho condiviso la soddisfazione di un percorso che nel 2015 portò all’assegnazione dell’Expo a Milano. Ho avuto modo di conoscerne e stimarne capacità e dinamismo. Si tratta di un uomo che possiede una visione di prospettiva internazionale, per far tornare il Nord protagonista in Europa».
A suggellare il patto sono stati alcuni esponenti di spicco del partito. «Forza Italia è data in forte crescita – ha illustrato il deputato e segretario regionale lombardo Alessandro Sorte – e noi crediamo di poter continuare con questo trend proprio schierando persone di qualità, capaci di rispondere alle domande che arrivano dalla parte attiva del Paese». Per Cristina Rossello, onorevole e coordinatrice forzista per Milano, «proporre personaggi del calibro di Marco significa parlare a un elettorato colto, lavoratore, con tante differenze al suo interno ma unito dalla ricerca di punti fermi che favoriscano la libera impresa e il desiderio di costruire con il proprio impegno un futuro di benessere». Parola anche a Max Bastoni, già consigliere regionale: «Allargando la squadra di Forza Italia ai Repubblicani, diamo spazio e valore anche al pensiero federalista nel PPE». Presenti all’evento pure Alessandro de Chirico, capogruppo in Consiglio comunale a Milano, e Simone Longhini, segretario provinciale di Varese.
«Il mio impegno – ha detto Reguzzoni – sarà fare in modo che l’Italia torni a contare in Europa e lavorare per cambiare l’Unione Europea, ridandole l’autorevolezza e la visione per affrontare le grandi sfide della globalizzazione. Un compito primario sarà tutelare le imprese, difendere la produzione continentale e mettere chi lavora al centro dell’attenzione. Una primissima battaglia sarà trasferire i principi di quella che fu la legge Reguzzoni-Versace per la difesa del Made in Italy in un regolamento europeo, in modo che nessuno possa fregiarsi di questa etichetta senza che il prodotto sia stato davvero realizzato in loco. Mi ispiro alle parole di Manfred Weber, segretario generale del PPE: “l’Europa deve assolutamente recuperare la sua dimensione industriale”».