Un segnale confortante viene registrato da Camera di Commercio di Varese, che nelle ultime settimane ha analizzato i dati sul mercato del lavoro del 2023 e ha certificato una crescita degli occupati di circa 15mila unità rispetto all’anno precedente, con un totale di 391mila persone impiegate in provincia di Varese. Un numero che non era stato raggiunto neppure prima della pandemia.
«L’ampliamento del mercato del lavoro – spiega il gruppo camerale in una nota – ha portato a un innalzamento dei tassi di occupazione sia per la componente maschile, sia per quella femminile. Oggi, prendendo in considerazione la fascia d’età lavorativa, quindi dai 15 ai 64 anni, il tasso d’occupazione varesino sfiora il 70%, allineandosi alla media regionale lombarda (69,3%) e superando di gran lunga quella nazionale (61,5%)».
Ma non solo: «Di particolare rilievo è il rientro al lavoro delle donne: dopo il livello minimo toccato nel 2020 (56,2%) e legato alle difficoltà dell’emergenza Covid-19, l’occupazione al femminile risulta in risalita, fino al 61,7% toccato lo scorso anno. Nonostante questo, il gap con il mercato del lavoro maschile (77,3%) rimane elevato».
Le statistiche segnalano comunque la diminuzione del tasso di disoccupazione che, a livello provinciale, è sceso al 3,6%, ben inferiore al dato nazionale del 7,7%.
Positivi anche i numeri riguardanti i giovani: la disoccupazione per la fascia 15-34 anni, attestandosi nel 2023 al 7,4%, è in diminuzione nel confronto con l’anno precedente (11,1%) e sostanzialmente allineato al livello regionale (6,9%). In particolare, migliora la situazione lavorativa delle giovani donne, dove l’indicatore è diminuito dal 14,8% al 10,6%.
Dati interessanti, da un territorio che ritrova fermento e che aspetta dall’Europa segnali seri incoraggianti. Perché se è vero che in questo momento il lavoro c’è, è anche vero che servono azioni concrete per proteggere il potere d’acquisto di salari e pensioni, così come le imprese che generano occupazione. Perché su questo fronte, Varese – così come la Lombardia – vive da tempo una situazione di affanno, perché la recente crisi dell’economia tedesca ha scaricato molti problemi proprio su questo territorio.