Marco Reguzzoni (FI) lancia la battaglia sulla tassa d’imbarco: «I passeggeri pagano fino a 9 euro, riportiamola a un euro e diamo tutti i soldi ai Comuni aeroportuali»

«Oggi, i passeggeri in partenza dagli aeroporti italiani pagano una tassa che varia dai 6,5 ai 9 euro, nascosta nel prezzo del biglietto, che dovrebbe andare ai Comuni circostanti come compensazione e che invece viene da tempo “rubata” dallo Stato. Io mi batterò perché si ripristini ciò che avveniva in origine, ovvero un solo euro di addizionale sull’imbarco e proventi tutti destinata ai Comuni».

Per Marco Reguzzoni, presidente dei Repubblicani e candidato come indipendente alle Europee nelle liste di Forza Italia, «è sempre più necessario che qualcuno slegato dagli interessi di partito assuma il compito di essere il sindacalista degli aeroporti del Nord, sui tavoli nazionali e in Europa, ribadendo che si tratta di infrastrutture strategiche per la nostra economia e non possono essere usate come bancomat. Il governo di Roma non ha mai voluto sentire ragioni: siccome la materia è anche di competenza europea, non avrò timore – se non ci ascolteranno – ad avviare una procedura che sanzioni l’Italia, e costringa il governo ad abbassare la tassa e destinare l’euro per passeggero ai Comuni aeroportuali».

Il ripristino dell’originaria addizionale comunale sui diritti di imbarco «rappresenta una misura a salvaguardia dei territori – sottolinea ancora Reguzzoni – perché l’unico senso di questa spesa è il miglioramento della qualità della vita in quei paesi che convivono con gli aeroporti, intervenendo sulle loro strade di collegamento, facendo piste ciclabili, investendo nella promozione turistica. Per questo spingemmo nel 2003 per l’introduzione della tassa, destinata ai Comuni, alle Provincie e alle Camere di commercio. Lo Stato ci ha ascoltato per poi fregarci, caricando costi generici sulle compagnie. Oltre il danno c’è poi la beffa, perché le amministrazioni non incassano niente. Se sarà necessario, procederò con la messa in mora dello Stato».

Della questione si è occupata anche Assaeroporti, scrivendo una lettera aperta a governo e parlamento per chiedere di abbassare e uniformare la tassa in questione. «Questo settore – insiste Reguzzoni – è stato usato per finanziare attività statali non attinenti al trasporto, tanto meno a quello aereo, come nel caso dei versamenti all’INPS, o per finanziare la fallimentare Alitalia, senza che negli ultimi dieci anni nessuno dicesse più niente. Bisogna rimettere le cose in ordine e dare senso a una norma che ha un unico e giusto fine: raccogliere circa 55 milioni di euro ogni anno da destinare ai Comuni aeroportuali lombardi, piemontesi e liguri. Non è più accettabile che avvenga un’appropriazione indebita da parte dello Stato centrale».

IL CONTESTO E I NUMERI

La discussione si inserisce in un momento di grande rilancio del traffico aereo. Il recupero nel post Covid è stato travolgente e gli scali dell’Italia nord-occidentale stanno avendo numeri di crescita impressionanti. Il 2023 si è chiuso con Malpensa a +22,2%, superando i 26 milioni di passeggeri, a cui si aggiungono i 16 milioni di utenti a Orio al Serio (+21,4%), i 9,4 milioni di Linate (+22,1%), i 4,5 di Torino (+8%) e l’1,2 di Genova (+4,6%).

Queste sono le città e i relativi enti che gravitano attorno agli aeroporti del Nord Ovest e che hanno diritto agli introiti dell’addizionale comunale sui diritti d’imbarco.

MALPENSA: Arsago Seprio, Ferno, Samarate, Cardano al Campo, Golasecca, Somma Lombardo, Casorate Sempione, Lonate Pozzolo, Vizzola Ticino, Camera di commercio e Provincia di Varese. Totale: 26 milioni per anno. Negli ultimi dieci anni 260 milioni indebitamente sottratti dallo Stato.
ORIO AL SERIO: Orio al Serio, Bergamo, Seriate, Grassobbio, Camera di commercio e Provincia di Bergamo. Totale 16 milioni per anno. Negli ultimi dieci anni 160 milioni indebitamente sottratti dallo Stato.
LINATE: Linate, Peschiera Borromeo, Segrate, Milano, Camera di commercio di Milano, città metropolitana di Milano. Totale 9,4 milioni per anno. Negli ultimi dieci anni 94 milioni indebitamente sottratti dallo Stato.
TORINO: Torino, Caselle, San Maurizio Canavese, San Francesco al Campo, Camera di commercio e Provincia di Torino. Totale 4,5 milioni per anno. Negli ultimi dieci anni 45 milioni indebitamente sottratti dallo Stato.
GENOVA: Genova, Camera di commercio e Provincia di Genova. Totale 1,2 milioni per anno. Negli ultimi dieci anni 12 milioni indebitamente sottratti dallo Stato.

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