Como e i progetti di Reguzzoni: «Le imprese lariane vanno difese mettendo dazi europei a chi fa concorrenza sleale. E il Nord ha bisogno di infrastrutture, non di pagare per realizzare un ponte sullo Stretto»

Sergio Gaddi, coordinatore forzista nella provincia di Como, con Marco Reguzzoni

COMO – «Ci sono territori a forte vocazione di laboriosità che meritano di essere difesi in ogni modo. Como e provincia rappresentano il meglio di questa eccellenza lombarda. Si vede nella produzione, come nell’agricoltura e anche nel turismo, con attività messe però sotto attacco sia dalla concorrenza sleale, sia dai soprusi politici compiuti ai danni del Nord che lavora». Per Marco Reguzzoni, candidato indipendente per Forza Italia alle Europee, spesso il nemico è da cercare nello stesso centrodestra. E lo sta sottolineando più volte in questi giorni. Anche nell’incontro pubblico organizzato in centro a Como accanto al coordinatore provinciale forzista Sergio Gaddi.

«Un territorio che chiede di veder tutelata la propria industria e di avere una viabilità adeguata a sostenerla – spiega – in un recente passato ha delegato questo compito alla sinistra ideologia e a una Lega che in Europa preferisce lamentarsi dai banchi d’opposizione piuttosto che incidere sulle scelte. E oggi continuiamo ad aumentare i pedaggi delle autostrade lombarde per poi finanziare il ponte sullo Stretto».

Reguzzoni, che è ingegnere e imprenditore, ha un’idea ben differente di quello che bisogna fare: «Il mio cammino verso il parlamento europeo è dentro il Partito Popolare Europeo, cioè in maggioranza, in modo da poter concretamente lavorare per il territorio. Le imprese comasche sono minacciate dall’invasione di prodotti cinesi, indiani e turchi realizzati senza tutelare l’ambiente né rispettare i diritti dei lavoratori. In questo modo ci ritroviamo con prezzi stracciati che mascherano la bassa qualità e distruggono le industrie sane. È inaccettabile e io non voglio stare fra quelli che protestano ma fra quelli che decidono di mettere dazi europei a chi bara».

Inoltre, ci sarà da giocare un ruolo decisivo sul fronte dei finanziamenti per le opere pubbliche: «In Europa ci sono grandi opportunità per sostenere economicamente la realizzazione delle infrastrutture di cui il territorio ha bisogno. L’importante è presentare le istanze del Nord e portarle avanti con determinazione. Altrimenti va a finire come con Pedemontana, realizzata solo a pezzi, carissima e riempita di sensori per il pedaggio perché al ministero c’è chi ha in mente unicamente di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina».  

Reguzzoni ha insomma in mente una visione federalista, ponendosi come riferimento politico di chi vuole che nel parlamento europeo ci sia una sorta di sindacato del Nord: «Lo faccio con Forza Italia perché qui ho trovato lo spazio per portare avanti un progetto che certo non si esaurisce con il voto dell’8 e 9 giugno. D’altronde bisogna capire che Como ha delle sue esigenze peculiari che vanno messe in evidenza e, allo stesso tempo, ci sono questioni su vasta scala che solo nel contesto europeo possono essere affrontate e gestite. È il caso di scelte ambientali che non siano più folli e ideologiche come quelle degli ultimi anni, oppure di un’immigrazione che continua ad essere incontrollata perché i provvedimenti degli Stati nazionali non bastano».

Reguzzoni ha provato sulla sua pelle l’importanza di una visione europea dei problemi: «Dodici anni fa feci approvare la legge Reguzzoni-Versace per difendere il settore tessile, fissando regole precise per dotarsi dell’etichettatura Made in Italy. Ma questa norma, che è ancora adesso una legge dello Stato, resta spesso inapplicata: d’altronde se un prodotto passa dalla dogana olandese e arriva in Germania, nessuno può far valere una regola che eviti che venga spacciato come un prodotto italiano. E allora, quando sarò a Bruxelles, prendo l’impegno di far passare un regolamento europeo che estenda gli stessi principi della mia legge a tutta l’UE ed eviti che una norma sacrosanta venga dimenticata e aggirata».

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