La non-IPO di Golden Goose & la consuetudine di dare la colpa alla politica (di centrodestra)

Sebastiano Signò

Non è certo una novità che gran parte del mondo finanziario, soprattutto quello speculativo, da anni faccia il tifo per gli schieramenti di centro-sinistra, per il mondo c.d. “progressista”. Lo vediamo qui in Italia, lo abbiamo visto (e subito) in Europa negli ultimi 15 anni.

Il 21 giugno doveva essere il grande giorno della quotazione a Piazza Affari di Golden Goose, il marchio delle sneaker di lusso, con una capitalizzazione compresa tra 1,7 e 1,9 miliardi di Euro ed un collocamento già chiuso con una domanda ben superiore all’offerta. Così non è stato. Pochi giorni prima dell’avvio delle negoziazioni la società e il suo azionista di maggioranza, il fondo di Private Equity Permira, hanno sospeso tutto.

“Il deterioramento delle condizioni di mercato a seguito delle elezioni del Parlamento Europeo di questo mese e l’indizione di elezioni generali in Francia hanno avuto un impatto sulla performance dei mercati europei” recita la nota.

Forse non era davvero il momento giusto, probabilmente il valore attribuito non era sufficiente a garantire il rendimento immaginato dal fondo al momento dell’investimento nella società, magari la precedente quotazione in Borsa fatta da Permira, Dr. Martens, con la perdita del’80% del valore delle azioni in 3 anni non ha aiutato, sicuramente ci saranno stati tanti altri motivi validi e magari altre opportunità.

Ogni dubbio è lecito.

Ma la cosa che sinceramente mi lascia perplesso – perché non è la prima volta che capita – è questa necessità di attribuire le colpe per l’insuccesso delle operazioni finanziarie alla politica. Ma non alla politica in generale, solo a quella di centro-destra o destra.

Ad ogni elezione leggiamo dichiarazioni sul “pericolo della vittoria delle destre”, “il rischio che i seggi vadano ai conservatori”, “i mercati temono la vittoria della coalizione di centro-destra” etc. L’unico vero pericolo è l’elezione di incompetenti, ma quelli esistono sia a destra che a sinistra (la Salis è un esempio lampante), il resto si chiama democrazia. E se vogliamo dirla tutta, dai tempi dello “spread” ed i conseguenti Governi “tecnici” le cose non sono migliorate, sotto nessun punto di vista, anzi. Inoltre, le decisioni prese in Europa dalle sinistre non hanno certo favorito la nostra industria, i nostri lavoratori e le nostre famiglie. Però hanno favorito molti speculatori.

Sebastiano Signò, Membro del Direttivo dei Repubblicani & Partner Thymos Business & Consulting Corporate Finance

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