Per il mondo politico l’arrivo dell’autunno rappresenta la stagione più difficile. La necessità di impostare la Legge di Bilancio per l’anno successivo richiede un ritorno coi piedi per terra ed il confronto con la realtà, con i numeri e con i dati. Per imprese e famiglie è il momento dell’ansia. In tutto questo, da sempre, vi è un’unica certezza: la coperta è corta. E sotto questa coperta si giocano servizi e consensi. Se tiri da una parte perdi voti, se tiri dall’altra ne perdi altri.
Ora però, grazie all’eredità lasciata dal Governo Conte II (quello dell’accoppiata M5S – PD per intenderci), abbiamo anche un’altra certezza: il Governo dovrà continuare a fare i conti con il peso del Superbonus 110%.
Infatti, nonostante questa misura sia terminata, l’Ufficio Studi della CIGA di Mestre ha stimato che il peso complessivo a carico dello Stato è stato di 123 miliardi di Euro (escludendo effetti Sismabonus). Per fare un termine di paragone, la spesa sanitaria 2023 è stata di circa di 131 miliardi di Euro (6,3% del PIL).
Ma che benefici ha portato questa misura ideata da Conte? Certamente per chi ha rifatto casa è stata un’ottima cosa, per chi ha truffato e non è (ancora) stato individuato pure. Ma ha anche causato un aumento esponenziale dei prezzi (“tanto non paghi tu, paga lo Stato…” poteva essere lo slogan).
I risultati? Sono stati ristrutturati circa il 4% degli edifici residenziali e spesso seconde case. Secondo la Banca d’Italia, le prime evidenze dimostrerebbero che nello scenario migliore i benefici ambientali del Superbonus compenserebbero i costi finanziari sostenuti tra quasi 40 anni.
In sintesi: M5S e PD hanno approvato una misura con le gambe corte, che è costata 6 punti di PIL, è stata utilizzata principalmente dai ceti più ricchi, ha generato una serie di truffe a danno dello Stato, ha ottenuto risultati ambientali ridotti ed ha portato, di conseguenza, alla cancellazione di ogni altra agevolazione. Praticamente tutte cose contro cui si batte il Centro Sinistra.
Però va riconosciuto che questa misura ha contribuito ad una crescita economica e dell’occupazione… per un brevissimo periodo. Non proprio una trovata da “grande statista”.
Ora, dalle prime voci sulla prossima Finanziaria, per i cittadini non c’è da festeggiare. Ma quando la Legge sarà approvata e molti ne usciranno penalizzati (e se le cose vanno come sembra, tra questi scontenti ci saranno tanti elettori del Centro Destra), nel dimostrare la propria disapprovazione legittima, non va dimenticata l’eredità ricevuta.
Chiudo lanciando una riflessione: se lo Stato avesse avuto a disposizione la metà dei soldi del Superbonus e questi fossero stati investiti tutti in Sanità in 5 anni (12 miliardi/anno), non sarebbe stato meglio?
di Sebastiano Signò