L’ex Direttore Generale della sanità lombarda era stato il primo tesserato dell’associazione I Repubblicani
Il ricordo del presidente dei Repubblicani:
“Non lasciava indifferenti. Lo si poteva apprezzare, temere o combattere ma era impossibile non notarne l’intelligenza veloce, la capacità di analisi di problemi complessi, la rapidità di risposta. Decine di appuntamenti uno dietro l’altro, centinaia di sigarette, migliaia di risposte istantanee per tutto, sempre supportate da una logica precisa e dai numeri elaborati alla velocità di un mainframe extraterrestre.
Ma Carlo Lucchina era soprattutto un uomo perbene, un signore che ha saputo gestire il potere senza arricchirsi, senza vantarsi, senza altro tornaconto che il supremo interesse delle istituzioni che serviva. Lo ricorderanno in tanti per il suo ruolo nella sanità lombarda, artefice di quell’architettura che dopo di lui in tanti hanno cercato di smontare e che sono riusciti a peggiorare, ma che ancora oggi non teme il confronto con altre realtà del Paese e nel mondo.
Ma è Varese che deve di più a questo suo figlio che ha sempre avuto la città giardino nel cuore: suo ad esempio il merito di avere portato qui l’Università dell’Insubria. Carlo Lucchina, allora direttore generale della Provincia, trovò i soldi per comprare la sede dell’Università con un’operazione di “pulizia dei conti e dei residui” che permise a Varese di bruciare Como sul tempo. Diciassette miliardi di lire sull’unghia, e senza fare una lira di debiti.
E poi il nuovo Ospedale, un’opera che aspettava da decenni l’arrivo del manager che la Regione di Roberto Formigoni strappò alla Provincia di Massimo Ferrario: Lucchina seppe condurre in porto il progetto senza una sbavatura, risolvendo mille problemi con quel suo piglio deciso e preciso.
Apprezzato da una schiera di dirigenti e uomini politici che hanno fatto la storia del nostro territorio, da Giancarlo Giorgetti ad Attilio Fontana, Carlo Lucchina non si è mai schierato politicamente, ha sempre voluto, pur con idee di centro e centro-destra, mantenersi libero di pensare e agire senza paura di pestare i piedi a chiunque. E di attirarsi odi e rancori, perché il carattere deciso e determinato serve a realizzare opere, non a navigare nelle acque della politica dei mestieranti.
Si potrebbe continuare per ore a elencare i tanti successi e i tanti motivi di riconoscenza che dobbiamo a Carlo Lucchina, dal salvataggio del San Raffaele, allo sviluppo dell’eccellenza degli IRCCS – quegli istituti di ricerca che sono un’eccellenza mondiale – al risanamento dei conti della sanità lombarda e di quelli della Provincia di Varese.
Ma il merito più grande è quello di aver amato il nostro territorio, ponendo le esigenze di tutti noi al di sopra di tutto, anche della sua tranquillità, anche della sua salute.
Grazie Carlo, rimane molto delle tue opere e non dimenticheremo mai il tuo insegnamento.”