Tensioni internazionali e governo europeo debole: fra imprenditori e consumatori crolla la fiducia

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C’è una cosa che ha accomunato consumatori e imprenditori italiani nel mese di ottobre: si tratta della diminuzione della fiducia rispetto alla situazione economica personale e generale che si concretizzerà nei mesi a venire.

Lo spiega l’Istat in un report che mette in evidenza proprio quanto il clima di fiducia stia scendendo verso livelli che non si vedevano da un paio d’anni. Colpa delle tensioni internazionali, dei rincari energetici e dell’inflazione, questo è certo, ma colpa anche della consapevolezza di trovarsi in un contesto reso ancor più complicato da un governo europeo che non aiuta a trovare una direzione, a mettere punti fermi e a tutelare le legittime aspettative di chi produce stando nelle regole e neppure di chi spende, lasciando che la concorrenza sleale e il mancato governo dei fenomeni più problematici si scarichino sulla nostra società.

Ed ecco allora che l’indicatore che sintetizza le aspettative degli italiani si orienta verso un pesante pessimismo fra i consumatori (per i quali l’indice passa da 105,4 a 101,6), ma anche di una contrazione dell’ottimismo da parte di chi per mestiere è chiamato ad investire, con un calo da 104,9 a 103,9.

Fra gli imprenditori, gli unici che in ottobre hanno espresso segnali incoraggianti sono stati coloro che operano nel settore delle costruzioni, in controtendenza rispetto a tutti gli altri, specialmente fra chi si occupa di commercio e servizi.

Tuttavia, neppure sul fronte manifatturiero si respira fiducia, prevedendo una progressiva diminuzione degli ordini. Inoltre, coloro che detengono impianti produttivi, prevedono di utilizzarli in maniera inferiore rispetto a quanto è avvenuto negli scorsi periodi.

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